MARTEDI’ 17 LUGLIO APERTURA DELL’AREA NATURALISTICA DI BOCCADORO
Quasi del tutto completate le attività di bonifica e riqualificazione, martedì 17 luglio sarà fruibile per la prima volta l’area naturalistica di Boccadoro. Le attività di riqualificazione sono state svolte dalla associazione Delfino Blu, partner del Comune di Trani nell’ambito del progetto “Esploriamo gli ambienti, percorsi didattici nella biodiversità attraverso la riqualificazione dell’area umida della Vasca di Boccadoro”.
Si tratta di un progetto finanziato interamente con risorse della presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della gioventù) che ha consentito al Comune di riqualificare sia la vasca ottocentesca di raccolta delle acque sorgive e sia l’intera area verde.
L’area sarà aperta al pubblico martedì 17 luglio e sarà fruibile mediante l’organizzazione di una serie di iniziative di promozione e valorizzazione e mediante visite didattiche per studenti e cittadini.
Perla dell’area naturalistica di Boccadoro che si sta per restituire alla collettività è la vasca, testimonianza storica dell’esigenza di reperimento di acqua quotidiana dei 14.000 abitanti di Trani a cavallo tra il 1700 ed il 1800. Prima della realizzazione dell’Acquedotto Pugliese, avvenuta solo nei primi anni del 1900, le città pugliesi non avevano un adeguato approvvigionamento idrico e i cittadini dovevano ricercare l’acqua in luoghi poco salubri. Questo fu il principale motivo che spinse Domenico Forges Davanzati a battersi, durante la seduta del 12 gennaio 1787 del “General Parlamento di Trani”, per avviare un’opera pubblica finalizzata a dare alla popolazione tranese acqua potabile e salubre. La soluzione fu rintracciata nel far convogliare l’acqua delle sorgenti del “Curatoio” e di “Boccadoro” portandola fino alla cinta muraria della città e più precisamente nei pressi di Porta Barletta, attraverso un acquedotto che sarebbe servito anche per azionare nuovi mulini per la macinazione del grano.
Dal 1787 fino al 1825 (anno di effettivo inizio dei lavori di realizzazione della vasca), sopralluoghi e analisi si susseguirono. Nel 1826, al termine della costruzione della vasca (rivestita in pietra) fu analizzata nuovamente la qualità dell’acqua, ma risultò troppo salmastra per essere adoperata come acqua potabile. L’opera fu così interrotta. Della grande impresa pensata nel 1800 resta proprio quella vasca che, collocandosi in una zona umida particolarmente favorevole alla sosta di uccelli e anfibi, diventerà un’oasi di difesa della biodiversità da godersi in tutto il suo splendore.